Le arti teatrali e musicali


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Musica

La musica parla agli esseri umani che sperimentano il suo linguaggio nella loro anima.

Essa si manifesta nelle tre componenti di melodia, armonia e ritmo che possiamo vedere rispecchiate nelle tre facoltà dell’anima dell’uomo: pensare, sentire e volere.

La melodia, sviluppandosi linearmente, crea un disegno chiaro, coerente, paragonabile al pensiero logico.

L’armonia, con le sue atmosfere di maggiore e minore, tensione e distensione, parla più direttamente al sentire umano. Il ritmo, che impegna le membra, si volge invece peculiarmente al volere.

Fino ai nove anni la vita animica del bambino nelle sue facoltà di pensiero, sentimento e volontà è un tutt’uno. In musica l’atmosfera della quinta (da cui è derivata la scala pentatonica) è simile alla configurazione dell’anima del bambino di questa età.

Egli non vive ancora nella tensione tonale e in un ritmo collegato alla battuta ma è orientato verso la qualità dell’inspirazione e dell’espirazione.

Per questo nei primi due anni di scuola ci si avvicina al bambino creandogli l’aspettativa gioiosa del far musica.

A tale approccio è fondamentale l’imitazione: il maestro mostra e i bambini imitano, l’insegnante suona o canta e i bambini seguono. Importante è principalmente il lavoro corale, perché crea un sentire sociale.

Si lavora prevalentemente su canti con melodie pentatoniche.

Oltre al canto, i bambini imparano a suonare il flauto pentatonico a orecchio, imitando il maestro. I contenuti di tale esecuzione con lo strumento sono le semplici melodie esercitate nel canto.

Vengono inoltre utilizzati strumenti ritmici di diversi materiali e timbri per creare atmosfere tramite improvvisazioni.

Per sviluppare l’orecchio musicale si alterna la pratica all’ascolto, sia col canto sia con il flauto pentatonico o altri strumenti, anche a corda come lira e kantele.

Dalla terza classe si introduce la notazione musicale; dall’imitazione si passa gradualmente alla scrittura, al riconoscimento e alla lettura delle note.

Si effettua il passaggio dalla scala pentatonica alla scala diatonica, si presenta il flauto diatonico e la sua diteggiatura. Il canto monodico ora si differenzia con l’introduzione dei primi canoni.

Si presentano alcuni strumenti musicali classici: i bambini possono scegliere lo studio privato di uno di questi per poi utilizzarlo nella futura orchestra di classe, quando è possibile.

Parallelamente allo studio delle frazioni, in quarta classe si presentano i valori delle note e le loro relative pause, il metro e la misura. I bambini diventano sempre più coscienti di se stessi e del mondo che li circonda.

A quest’età si inizia il canto a più voci, sviluppando ulteriormente i canoni e introducendo semplici canti a due voci distinte.

Si utilizzano canti legati alle stagioni e canti popolari italiani.

Si approfondiscono la lettura ritmica delle note e la loro intonazione.

Dalla quinta classe si continua ad esercitare nel canto la polifonia, utilizzando canoni più complessi e anche canti a tre voci.

Prosegue la scoperta progressiva delle leggi della teoria, desunte sempre dallo

sperimentare musicale diretto degli alunni; ci si sofferma particolarmente sull’esperienza delle atmosfere del maggiore e del minore e si affronta l’argomento della costruzione delle scale.

Si possono avviare le prime esperienze dell’orchestra di classe, la quale è formata da tutti gli strumenti imparati dagli alunni, oltre che dai flauti dolci e dalle percussioni.

In sesta classe, prendendo spunto dall’epoca di Fisica-acustica, si introduce l’argomento relativo alla classificazione degli strumenti musicali, dei quali vengono descritte le caratteristiche.

Tramite le lezioni di acustica i ragazzi apprendono gli aspetti scientifici della musica sotto forma di esperimenti (ad es. le forme di Chladni, i rapporti di proporzione tra le altezze dei suoni e la lunghezza di una corda in vibrazione) ed esplorano il timbro dei diversi materiali.

L’orchestra nelle classi può divenire ora un momento importante nel quale esercitare l’ascolto degli altri, la perseveranza, la pazienza, il rispetto cioè della difficile arte del suonare insieme.

Si affronta un primo studio degli intervalli semplici.

Negli ultimi anni del ciclo viene introdotto lo studio dello sviluppo storico della musica in Europa, il contributo delle altre culture, le prime forme musicali legate allo sviluppo della scrittura musicale per arrivare, attraverso i vari periodi storici, al ventesimo secolo.

Si studiano anche gli autori più significativi, guardando alla loro produzione musicale e alla loro vita, anche con riferimento al contesto storico in cui operavano.

Con il coro e l’orchestra di classe si sperimentano brani caratteristici dei periodi storici studiati.

Anche l’ascolto di brani significativi dei periodi trattati, eseguiti dall’insegnante o ascoltati da registrazioni, possono contribuire ad un approfondimento del senso estetico e ad un primo approccio all’analisi musicale.

L’opportunità di assistere ad un concerto o alla rappresentazione di un’opera lirica dal vivo si rivela per molti ragazzi un’esperienza formativa di grande impatto.

Recitazione

L’esperienza della recitazione viene vissuta dai bambini durante l’intero percorso scolastico, con periodiche rappresentazioni di recite, concerti e spettacoli.

Offrire ad un pubblico il proprio lavoro educa al piacere del donare; calarsi in un personaggio, armonizzarsi con gli altri, sviluppa la fiducia in se stessi ed il coraggio.

L’arte recitativa assume particolare rilievo nell’ultimo anno del primo ciclo, in occasione della preparazione e messa in scena di un’opera teatrale, tratta dalla letteratura italiana o straniera.

Per realizzare questo lavoro, che vuol essere un progetto di teatro completo in tutti i suoi aspetti, l’insegnante di lettere si avvale di molte collaborazioni: dell’insegnante di musica, che cura la scelta delle musiche e la loro esecuzione e che spesso si occupa anche in parte della recitazione e della regia; dell’insegnante di educazione artistica, che aiuta i ragazzi a progettare e realizzare le scenografie e le locandine; dell’insegnante di lavoro manuale, che aiuta i ragazzi nella ricerca storica dei costumi e nella loro eventuale relativa realizzazione; dell’insegnante di tecnologia, il quale costruisce insieme ai ragazzi le scene e predispone con loro l’impianto elettrico per l’illuminazione del palco.

Oltre alla rappresentazione data a scuola, si cerca di organizzare una replica dello spettacolo, presso un’altra scuola o un teatro, in modo che i ragazzi possano vivere l’esperienza di recitare davanti ad un pubblico esterno.