Riflessioni sul dramma politico e personale di Dante e le sue conseguenze per la storia d’Europa.
A cura di Davide Espro, gruppo Michael di Padova
Una conferenza aperta a tutti, vi aspettiamo numerosi. Di seguito una presentazione del tema e del relatore.
Per ulteriori informazioni: gruppoculturale@waldorfpadova.edu.it
L’esilio di Dante Alighieri rappresenta ancora oggi una vicenda di straordinario interesse, non solo per ciò che produsse sul piano storico e per i risvolti biografici che ebbe sul Sommo Poeta, ma anche per i suoi retroscena politici e spirituali, in fondo ancora oggi misconosciuti.
Nel 1841, il grande umanista scozzese Thomas Carlyle intravide proprio in questo tragico evento la fonte di una delle opere più sublimi mai scritte. A suo dire, infatti, se tutto fosse andato come voleva Dante, Firenze avrebbe certo avuto una grande guida in più, ma il mondo per secoli non avrebbe potuto godere della “Divina Commedia”.
Rudolf Steiner, riprendendo questo pensiero, ci pone però una domanda inversa: siamo davvero certi che Dante, da guida di Firenze, non avrebbe potuto agire in maniera altrettanto possente, offrendo all’Europa intera riforme sociali durevoli addirittura per secoli, proprio come la sua Commedia?
Cercheremo di affrontare tale dilemma, riprendendo il tema della formazione di Dante da parte di Brunetto Latini per poi immergerci nei violenti scontri fiorentini tra Guelfi Bianchi e Guelfi Neri e nelle accorate denunce del Canto XX del Purgatorio, tuttora vibranti come appena scritte.
Davide Espro, di madre finlandese e padre siciliano, si interessa di Antroposofia sin dagli anni dell’adolescenza. Cantautore e giurista, con un master in Economia, è autore di diversi articoli di carattere letterario e spirituale, apparsi anche sulla rivista “Antroposofia”. Da oltre un decennio, tiene conferenze, seminari e gruppi di introduzione, volti a far conoscere in Italia l’opera di Rudolf Steiner e, attualmente, è responsabile del “Gruppo Michael” di Padova.